FACEBOOK E IL RISCHIO CENSURA: DIETRO IL BLOCCO C’E’ UN ESERCITO DI MODERATORI

L’ULTIMO caso in Italia si è creato attorno a Michele Rech, meglio noto come Zerocalcare per un post che ha scatenato una sassaiola verbale sul suo account social tale da fare scattare l’oscuramento su Facebook. Tutto è successo a causa dell’annuncio da parte del disegnatore della sua partecipazione a un’iniziativa di Genova in ricordo di Carlo Giuliani nell’anniversario del G8. Per riaprire la sua popolarissima pagina, il fumettista ha dovuto rimuovere quell’elemento.

Al di là dell’avvenimento specifico e tutto italiano, che ruota intorno ai fatti drammatici avvenuti 15 anni fa e all’assassinio di Giulian – una partita che secondo Zerocalcare ”non è finita” -, la vicenda torna ad aprire il dibattito sul meccanismo che regola il ”blocco” dei contenuti ritenuti non rispettosi della policy imposta dal social network. E, quindi, anche una serie di interrogativi sull’effettiva efficacia degli strumenti messi a disposizione della piattaforma di Menlo Park per proteggere e tutelare la propria community. A monte di tutto c’è la segnalazione. È in base a questa che l’azienda procede poi alla disattivazione del profilo, in attesa che vengano rimossi i post (testi, foto, video) ritenuti non corretti e per questo segnalati da altri utenti. Per farlo, bisogna cliccare sul tool ”Segnala il post”, disponibile aprendo il menu in alto a destra di ogni contenuto rilanciato sulla piattaforma.

Ma quali sono i contenuti che Facebook mette nel mirino e che dunque si prestano, più di altri, alla rimozione effettuata sia automaticamente che dopo una serie di segnalazioni da parte degli utenti? Si va dalle minacce alla protezione della proprietà intellettuale passando per contenuti di nudo, di incitamento all’odio (lo sterminato perimetro del cosiddetto hate speech) fino a contenuti violenti e immagini forti sui quali spesso il riconoscimento automatico delle immagini, cioè l’intelligenza artificiale della piattaforma, lascia a desiderare. In mezzo c’è ovviamente anche altro: gli standard della comunità non accettano infatti testi, foto, video e altri elementi di autolesionismo, bullismo e d’intimidazione così come attacchi a personaggi pubblici, oltre ad attività criminali, violenza e sfruttamento sessuale.

http://www.repubblica.it/tecnologia/social-network/2016/07/20/news/facebook_e_il_rischio_censura_l_esercito_di_moderatori_che_decide_sul_dark_side_of_the_wall_-144496836/

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